Język włoski
Addio a Orfeo
[Pożegnanie z Orfeuszem]
Orfeo, hai un canto affaticato
Troppo forte hai ripetuto il mio nome
Davanti a noi mesi di dissuetudine
Ragazzi liberi partono in missione per l’Africa
Da lì arrivano le cicogne
Ognuna con un diamante nello stomaco
Orfeo, amami in cambio di nulla
Arderemo nel bagliore eterno
Sai, leggo Tomas Tranströmer
Come essere bambino e un’offesa inaudita
è infilata sulla testa come un sacco*
Oggi non mi stringo a te
Il sacco in testa mi offusca il futuro.
przełożył Andrea F. De Carlo
* Traduzione italiana secondo Gianna Chiesa Isnardi: T. Tranströmer, La lugubre gondola, traduzione e curatela G. Chiesa Isnardi, Edizioni BUR, Milano 2011, p. 39 [N.d.T.].
Fienagione 2011
[Sianokosy 2011]
Al professor Michał Głowiński
Rotoli di fieno sul prato, il sole arde, sparano semi
Gli insetti volteggiano infastiditi dal tanfo del sudore
Un ragazzo nudo è disteso sull’erba e legge:
Gli dei dell’Olimpo sono passati allo show business
Nei dintorni hanno venduto le mucche, così dopo il lavoro
non si beve latte cagliato, solo coca-cola
Il ragazzo si volta supino
E copre il volto con la copertina colorata
Una mosca si posa sull’addome
Da qualche parte il ronzio di un trattore in lontananza
Questo sì che avrebbe divertito Jarosław Iwaszkiewicz…
przełożył Andrea F. De Carlo
Dance is life
[Dance is life]
Ad Arkadiusz Derecki
Funerale di Pina Bausch
Garofani rossi
Uomini, testa di cavallo –
Una scritta sulla pellicola di un film
Sylvie Guillem e Niklas Ek
Fumo da sotto il cappello –
Scherzi dei Fratelli Ek
In the wind, there is someone –
David Kern, Brian Reeder
Things like that happen in life sometimes
przełożył Andrea F. De Carlo
Addio
[Pożegnanie]
Oggi mi congedo da te coccinella
E da te acero immerso nella nuvola
Su una piazzuola di fronte all’ospedale
Restate con Dio farfalle
Come io resto con me stesso
Nell’interno immobile d’una fotografia
Tra violacciocche, menta e camomilla
Accanto a una casa di mattoni rossi
Con il vano scala buio
E la stanza d’una suicida diciottenne
Mi congedo da ogni ombra
Che mi attraversa correndo la strada
E spaventa gatti pieni di pulci
Che non torneranno dalle cacce del 1965
Mi scuso se non ho imparato la vostra lingua –
Brusio, ronfo, cinguettio e bubolio
Ero stupido –
Non ho scrutato il misterioso odore dei giacinti
Neppure la destrezza del topo
Né l’agilità della cavalletta
Non riesco a tacere come i pesci
A cantare come l’usignolo
A donare fedeltà agli altri come il cane
Oggi le farse sono finite
Sono davanti alla porta del Nulla
Non busso:
Tutto si aprirà e chiuderà da solo
przełożył Andrea F. De Carlo
***
[słoneczko moje…]
oh sole mio romanesco
il cuore caldo prima di autunno
scalda la vita guarda là
la torrente
attraversa me la pace sibilla
col foglio
vela dorata nei bacini
nel marmo bianco di travertine
porta col celeste aquedotto
sgorga col divino chiantigiane
przełożyła Grażyna Czaplak
***
[mój kochany Panie …]
mio caro Signor Adamo
passeggio sulle tue vie romane
cerco Iddio
e scuoto la polvere sulle soglie
cerco la gente
non guarda te
nè loro cuori ricordano intrepidezza
pensiero non facile benchè piace la belezza
le nuvole raccontanoo il marmo liso
cinquetto d’ucello e un pezzo di muro…
la mia vita – tace
con il brusio a cento voci
przełożyła Grażyna Czaplak
***
[nikt nigdy nie powiedział…]
nessuno mai mi ha detto e
non mi dirà mai
come lontano
in che parola
il senso
in che profondità
la cosa
sola
in quali splendori del sole
la verità
nuda e bella
abbaglia non accecca
e manda soavità
e solleva
il peso dell’esistenza
semplicemente
non lo sa no nessuno
inane cercar inane aspettare.
przełożyła Grażyna Czaplak
***
[niania Nida…]
canta canta tata Nida
ninna nanna – figlio dormi
luna bianca sul campo si levò
trama di lino nel sogno
sogno io sogni tu
apri il cuore chiudi gli occhi
dormi
przełożyła Grażyna Czaplak
***
[łza się toczy…]
la lacrima scorre non so perchè di nuovo non mio
cielo chiaro dolce terra
la scintilla scura di ruscello
il sentiero scende sulla valle con la ruota di verde
a cogliere ascoltando il verde assistere nel silenzio
dello spasmo sterminato?
przełożyła Grażyna Czaplak
Dal nove
[z dziewiątki]
sorriso vecchio del uomo
al bambino
la morte li sbircia dalla mia spalla
pure
tende la mano
verso caramella
qualcuno ha liberato
chi per primo
il posto
dalla porta aperta strada
battio sventolio – mancanza
di aria
przełożyła Grażyna Czaplak
cavatina
[cavatina]
Bernini da parte Borromini da solo
scroscia fontana
danza solo
la luna incorniciata
nella finestra romana
brilla per ognuno di noi da soli
cie – lo
non così
si intrica
in te è la luce
e il chiarore
nella tua meraviglia
notte e giorno
przełożyła Grażyna Czaplak
ricordo non ricordo
[pamięć niepamięć]
che bello che dimenticherai
già
tra un attimo
rimarginato ricordo guarito pensiero
non ne lasciare niente non c’è ne più
dopo
nè nessuna parola
nè per dove andare
è bello che ora si realizza amorevolmente
frutto della tua bravura
nella rugiada dell’odio
przełożyła Grażyna Czaplak
Strada di Włodawa
[Włodawska droga]
(lacrima)
Mostowa – quella di Kościelna Górka
in sabbia
presso il Mulino Bruciato
L’acqua attraverso ombra della ruota
scorre osso lisciato rotonda focaccia
sulla Włodawka chiatta del passo dowrebbe essere
ma Bug tagli tetri del bosco ha aperto
di traverso un’altra ombra
salice pallido su di esso nuota
beve ombra
e qui
solo a un passo il ponente pezzo di cielo d’occidente
orti appezzamenti di chiesa ortodossa zucche
che biancheggia e di lamiera nuova appare azzurra dopo la pioggia
sant’Antonio dalla cappella
con la finestra rotta brilla
non c’e un passero
la patria degli usignoli a destra e sinistra ma dove?
oh argine lungo lungo lungo
non vaneggiare piu veloce
conduci alla fine
oh argine
lá sangue
fine
ricordi: un mattino
prima primavera
la pasqua pienezza di odori
quante quante sorprese
pascha – sul marciapiede di Kościelna
dove magazzino di moda Sara e herszko Szlomowicz
tiene dove
niente
selleria
non c’è – niente
questo piccolo dorato
cherubino – il mazzetto
di violette pasquali primo impeto
suo sorriso – sulla testolina il fiocco rosa
sorriso fiocco violette – per incoraggiamento
non baronessa – baronessina
sulla passatoia puff di raso
sopra il nostro cielo do Polessia
aspetto aspetto te che mi prendi tra le braccia
che mi salvi tra le braccia
da QUELLO
ricordi
niente
niente
giá andati
josio rafałowicz josio kuśnierz izrael szajewicz
mosze zusmanowicz
jankiel bakałarz josio gromowicz kisiel lejser
lejbus zelkowicz lejsor hirszkowicz
lejb wołowicz lejbko jechowicz
lejzer jankielewicz
mordko abramowicz moszko chaimowicz
nochim bakałarz notka rabinowicz rafał arendarz
szaja moszkowicz szapsowa vedova
szloma majerowicz
szmul elowicz
szmul moszkowicz
wala dawidowicz wulf szlomowicz
wolf niemiec
zelkowa vedova zelman sarto orefice redowa
icko celowicz
herszko rabinowicz jowsel josiowicz
moszko judkowicz
wulf lejbowicz jankiel abramowicz
gierszon zelkowicz
Mejer josiowicz
Mendel Szajnowicz szmul szlimowicz
Lejbko Dawidowicz berko Abramowicz
Chaim herszkowicz jankiel josiowicz
Herszko sanchowicz
E persino Katarzyna Szwaj
e mejer moszkowicz e dawid zelwerowicz e josio
szabasowicz e josio moszkowicz e moszko
e boruch e szaja e zelman e hersz e monisz
e io J.F.F.
vado dietro loro
vado soltanto fin dove leggo nel libro
vecchio giuridico del ‘800
chiama me
voi
dalla strada
in strada dalla via maestra e gnojna asfaltata
oggi – ieri
ed io stupito alterato almeno dal lamento
sul povero ebreo
di Włodawa
loro tutti ormai lá
nelle finestre del cielo
pelargoni e beato
Leśmian e io qui ancora
piccola dorata Kasia guardo
aspetto le tue mani
nascondimi nascondimi
dimmi
non è niente
dimmi bambina
dimmi cara mia Kasia
e nessuno nessuno nessuno
no
mi inginocchio io
ricordo
presso un fiore
presso quella calta palustre
quale sopra il Fosso Prigionieri
è fiorito
presso quel
piccolo
ebreo
*
il profumo di serpolino
il fiore di nascita e della morte
quale segno
fiore amaro
przełożyła Grażyna Czaplak
moglie di lot
[żona lota]
perchè si è voltata
tutti correvano davanti a sé
con gli orecchi nascosti tra le spalle
con gli occhi fissi sulle orme dei piedi
di quelli davanti
o sulla indifferente sagoma del sentiero
verso il deserto
nessuno cercava nemmeno
di nascosto
sbirciare nei occhi del cielo
sbarrati azzurri vacui
perchè si è voltata
una sola coraggiosa ed inquieta
forse ha dimenticato chiudere il gas
o forse non ha chiuso il rubinetto ed acqua arrivava già alle tende
oppure gocciolava giù su quelli di sotto
oppure i semi
non ha versato al canarino
o dimenticato ad aprire la porta
ed il gatto che è ritornato dal zonzo notturno
grattando il legno inutilmente
straziante nel supplicare il perdono
tutto quanto è vero
di tutto quanto si è dimenticata
spaventata dal grido stridulo del papagallo di coscienza
e dal belare della famiglia
tuttavia io penso
che la donna ha visto
quello
che non avrebbe dovuto vedere:
la città amica
con tutto il suo splendore
accogliente invitante
come il caldo fossetto
nel letto appena lasciato
cone il bimbo fiducioso con le mani tese
verso adulti
che non sapendo perchè nè dove
fuggono gli affetti
e sostituiscono con leggi astratte
la sempre verde impeto della vita
przełożyła Grażyna Czaplak
Da cosa provengo
[Z czego wyrosłem]
da una famiglia dell’intellighenzia
nella prima generazione
dal muovermi carponi
homo erectus
dalla pelliccetta coi pompon
dai calzettoni
dal cappello da aviatore
dal sogno del berretto che rende invisibili
dall’erezione all’alba
che oggi anche se avviene
è solo per un attimo
tanto che passa inosservata
e non bisogna nasconderla
dalla paura della morte
(nell’infanzia temevo
di morire prima che finisse la vita
e invece guarda un po’)
dal ping-pong
dal lancio del peso
dal tennis
dal sogno
di una medaglia d’oro
allo Stadio Olimpico
nel 1960
nella corsa dei 5000 metri
dall’andare in bicicletta
dal bridge
dal guidare l’auto
(posso ancora guidare
ma l’auto non può più andare)
dalla fede
che Dio è piuttosto
tra le nuvole
che nell’azzurro sbiadito
dalla convinzione
che una buona poesia
dia maggior piacere
della vista di due natiche ben fatte
przełożył Paolo Statuti
Il poeta parla con la nazione
[Poeta rozmawia z narodem]
E in mancanza di scritti migliori mi legge perfino la corte
A. Mickiewicz
Da una settimana non parla con suo figlio
(se avesse più figli
non con quello
ma forse parlerebbe con un altro)
Da un mese non parla con la suocera
(meno male che non ne ha due
perché non parla
soltanto con una)
Da sei mesi non parla con l’editore
(l’editore ha fallito e si è dato
all’allevamento di pavoni e pappagalli)
Poteva andare peggio
le figlie della governante si comportano bene
anche della gioventù in generale non si lamenta
le fotocopiatrici funzionano le direttrici delle case della cultura
sorridono mandano bacetti
Ha molto tempo
quindi potrebbe parlare un po’ con la nazione
ma la nazione dovrebbe forse
eleggere una delegazione
Oppure la direzione della TV
dovrebbe dichiarare che ciò è valido
Oppure bisognerebbe prendere degli ostaggi
e richiedere il tempo antenna
come riscatto (il tempo è denaro)
Qualcuno infatti dovrebbe
rendere alla nazione gli estremi onori
Anche se non sa suonare la tromba
non ha i cannoni e nemmeno un tamburello
questo è il suo dovere professionale
In fin dei conti i suoi colleghi scrittori più vecchi
un tempo formarono
questa nazione (anche lui? non contando i genitori naturali)
Quindi chi se non lui deve renderle
gli estremi onori
(Eppure un tempo sembrava
che sarebbe stato sempre il contrario)
przełożył Paolo Statuti
I piccoli musei
[Małe muzea]
I
I piccoli musei come i piccoli paesi
ci sono ma potrebbero non esserci
anche noi dipendenti di piccoli musei
potremmo non essere
dipendenti di piccoli musei
Potremmo misurare la circonferenza
del seno della Venere di Milo Descrivere
la tavolozza degli antichi maestri
Interpretare il significato occulto
insito nelle sagge tele
Ascoltare il battito degli orologi
di epoche morte che
misurano anche il nostro tempo
Ma siamo dipendenti
di piccoli musei Qualche decina
di mediocri paesaggi
che non figureranno mai
nei dizionari di storia
dell’arte Qualche vecchia moneta
Banconote che raccontano
l’inflazione
Fossili Un berretto roso
dalle tarme indossato
da un architetto del posto
Un telaio
qualche pentola
un globo
E’ tutto ciò
che era incluso
nell’inventario
Quelli delle grandi città dei grandi paesi
che ci invidiano i nostri piccoli
musei non sanno che a dispetto delle apparenze
dobbiamo intenderci di tutto
Dalla storia delle guerre alle tecniche grafiche
Dal ricamo all’arte del vasaio e alla tessitura
Ma forse forse occorre
lo stesso indagare quando
sono nati i nostri quadri
senza i quali la popolazione non sarebbe
più povera Scoprire la data
in cui fu creata la pentola
che in centinaia di esemplari
si vendono ogni settimana nei mercati
Valgono per noi gli stessi
modelli di carte di cataloghi scientifici
di cartoteche
Non costruiamo casseforti
nelle pareti Segnali
di allarme automatici
perché non ce li possiamo permettere
Ma le regole sono identiche per i grandi
e i piccoli musei
E da niente siamo esonerati
II
Nei piccoli musei
si parla sottovoce D’inverno
quando sotto le scarpe scricchiola la neve
il silenzio fa scoppiare i piccoli musei
Appoggiate alla stufa in maiolica
vicino al tavolino dove
si trovano i biglietti stanno in piedi
magre lentigginose ragazze
pensano ai propri dispiaceri
ai problemi in casa
al padre che si è ubriacato
al fratello che ha percosso qualcuno
Odorano di sudore acido
Fanno bollire l’acqua per il tè
Credono nei sogni
ma non sanno cosa possono significare
i due teschi
pieni di sangue
che dicono bevici
ed eseguito l’ordine
si riempiono
di nuovo
Cosa possono significare
i due teschi
dell’ultima notte
Non sanno niente di Yorick
E’ inverno In piedi presso la stufa
aspettano che le lancette dell’orologio
segnino le tre Aspettano
l’estate Ogni estate
si sposano
Un’estate si interessavano
di ciclismo Ma il ragazzo
non è più nella squadra
nazionale Sotto il naso
e sul collo sentono ancora
il solletico dei baffi del pittore
sedutosi con loro
la scorsa stagione
D’estate a volte nei piccoli
musei si sente
il rumore dei passi e il pigolio
delle ragazze
Un giorno qualcuno scrive un giudizio
sul quaderno dei visitatori in una lingua
straniera Una di loro
si reca in un paese straniero
e per puro caso diventa la signora
van der Weyden o Wassenhove
III
I musei si dividono in
grandi e piccoli musei
i piccoli musei dipendono
dai grandi musei
I piccoli musei si dividono in
piccoli musei con un passato
e piccoli musei con un futuro
In una situazione migliore
malgrado le apparenze
si trovano i secondi
A volte i piccoli musei
con un futuro
diventano musei con un passato
ma senza futuro
L’idea che nei piccoli musei
si possono leggere molti libri
di narrativa
è giusta solo in parte
IV
1.
Un piccolo museo con un futuro
acquista un grande castello
con un passato
Nel cortile
tra le rovine
che non saranno mai
ricostruite
un banchetto finanziato dalla
televisione
Sotto un ombrello di tela
l’ultimo proprietario
privato
in un completo
un po’ stretto
color pastello
Con voce fioca
racconta per sommi capi
la storia del castello
in cui da alcune decine di anni –
ogni anno arricchendola di nuovi
dettagli –
lui stesso crede
La gente del luogo
– dice la compagna
segretario a nome
delle autorità sociali
e suo proprio –
nutrendo per l’ultimo proprietario
rispetto e simpatia
lo chiamava perfino
principe
Il principe come io lo ricordo
indossava sempre un lacero
cappotto Non fa niente
colombella tesorino
diceva e tirava fuori dalla tasca
le caramelle
2.
Il principe
consegna le chiavi
al direttore del piccolo
museo
Il direttore del piccolo museo
brinda col vino
finanziato
dalla televisione
L’operatore
punta la telecamera
sul coro che canta
tanti auguri a te
La birra nella botte
che rotolano
con ritardo
non è finanziata
da nessuno
3.
Siamo in estate e il vino
è caldo per via del sole
Siamo in estate e gli ospiti
invitati alla cerimonia
hanno i loro problemi
legati alla nuova
suddivisione amministrativa
del paese
Non sono sicuri
se sono piccole persone
con un passato
o con un futuro
Siamo in estate e il vecchietto
dimentica che ha venduto il castello
tira fuori dal borsellino
una moneta con l’effigie di Elisabetta
sul diritto e un leone
sul rovescio
Caro lei guardi prego
qui Elisabetta II e qui il nostro stemma
sappia caro lei che siamo
imparentati
Siamo in estate
La stampa divulga informazioni inesatte
La regina sorride sotto i baffi
Sì sì sussurra dalla moneta
da mezza sterlina Sì sì caro cugino
V
1.
Nel piccolo museo
si presenta un Grande
Collezionista
Tiene sotto il braccio
un Libro d’Onore
rilegato in legno
Signor direttore
impregnato
per settecento anni
Dia un’occhiata
prego
Questa è la colonia estiva
40 persone
qui il campeggio mobile
qui il Responsabile
qui una gita
della comunità polacco-americana
e 4 professori
della Sorbona
Visitarono con ammirazione
pieni di gratitudine
complimentandosi per la fatica
e la passione
E qui
mi sono permesso di esporre
in breve la storia
della mia famiglia
2.
Il direttore del piccolo museo
si reca a visitare le raccolte
del Grande Collezionista
Il Grande Collezionista
insegnante in pensione
di professione falegname
lo accoglie sulla soglia
Qui vedrà
molti interessanti
ricordi del passato
bilance
mobili
un modello di mulino a vento
fatto
con le mie mani
Macina – chiede
il direttore del piccolo museo –
ancora non l’ho finito –
risponde il Collezionista
ecco le macine
con le quali i nostri antenati
facevano la farina
ecco una falce
della rivolta
di Kościuszko
e questo
fatto da me
è un trittico
preceduto
da un mio motto
qui invece è inciso
il giuramento di Tadeusz Kościuszko
secondo Maria Konopnicka
vetrinette può vedere
dei libri antichi
Usanze turche
XVII secolo
scritte dall’ambasciatore
di Francia a Istambul
con vecchie stampe
nozze turche
un funerale turco
i monarchi dietro il feretro
le piagnone
Qui
la prima edizione
del Pan Tadeusz
Qui
le Liriche di Losanna
Lo sguardo del direttore
del piccolo museo
si posa per un attimo sulla scritta
lirica – componimento
prevalentemente romantico
Qui il Settimanale Illustrato
del 1905 il Convito Letterario
L’unica pubblicazione clandestina
un articolo sui Polacchi
in Siberia
stampato – dice il Collezionista –
all’insaputa della censura
dello zar
Qui
gli animali
dei nostri campi e boschi
il cinghiale
l’alce
la cicogna
Il Grande Collezionista
porge al direttore
il Libro d’Onore
Tira fuori da un cassetto
un quaderno
Ecco signor direttore
nel caso volesse scrivere
prima in brutta copia
Come vede signor direttore
insieme
faremmo grandi cose
3.
Accomiatandosi
il Grande Collezionista
dice
Vorrei signor direttore
che lei si convincesse
che potrei restare
qui
Devo parlare col parroco
vado in canonica
devo sbrigare una faccenda al Comitato
vado dal Segretario
e Dio non voglia
dovessi recarmi al commissariato
anche in questo caso nessun problema
Ma quando è vecchio
l’uomo si sa
è attratto
dalle proprie origini
Eccellenti involtini
dice il direttore del piccolo
museo
di nuovo la prego
di ringraziare
e salutare la sua consorte
VI
Nei piccoli musei
ci si può riparare
dalla pioggia
I piccoli musei
garantiscono piccoli
guadagni piccoli
dispiaceri piccole
soddisfazioni
A volte nei piccoli musei
si può scoprire che un verso
deve avverarsi
a tutti i livelli
di significato
I piccoli musei come i piccoli paesi
ci sono Ma potrebbero non esserci
przełożył Paolo Statuti